mercoledì 18 settembre 2013

Bullismo, le vittime hanno più possibilità di ammalarsi

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"Oltre al danno, la beffa" verrebbe da dire. Che le persone che sono state vittime di bullismo riportassero non pochi problemi a livello emotivo e psicologico, a cominciare da stati di depressione, ansia, bassa autostimaattacchi di panico e così via, era ormai un fatto purtroppo ampiamente noto. Ma sapevate che le ripercussioni del bullismo sulle vite di chi ne è stato vittima sarebbero riscontrabili anche a livello "fisico"? 

 
A renderlo noto sarebbe stata una ricerca condotta da Gianluca Gini Tiziana Pozzoli del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell'Università degli Studi di Padova e pubblicata sulle pagine della rivista "Pediatrics", secondo cui anche il corpo risentirebbe - a distanza di anni - del bullismo subito.
Per giungere a tale conclusione, sono stati presi in esame ben 30 studi condotti su un campione di 220.000 studenti di età compresa fra i 7 e i 18 anni. Ebbene, stando a quanto emerso, le vittime di bullismo soffrirebbero anche "di sintomi a carico della sfera somatica, quali emicraniamal di schienadolori addominali, problemi della pelle, ma anche problemi del sonnostanchezza persistente, inappetenza, enuresi. Questa relazione è riscontrabile anche a distanza di tempo dagli episodi di violenza subiti", spiega chiaramente il Dr. Gini.

Dal canto loro, gli esperti fanno giustamente notare che i nuovi studi dovrebbero adesso tenere in considerazione anche il sempre più dilagante fenomeno del "Cyberbullismo". Inoltre, gli esperti sottolineano che arginare questo problema deve essere un imperativo per gli educatori, che devono fronteggiare la questione sin dall'età pediatrica.

"Dato che il bullismo a scuola è un fenomeno diffuso in molti paesi in tutto il mondo questi risultati indicano che il bullismo dovrebbe essere considerato un significativo problema internazionale di salute pubblica".

sabato 14 settembre 2013

Bullismo e dintorni: una piaga della scuola e non soltanto....


Di Clara Ascione

Il bullismo si configura ormai come un fenomeno sempre più diffuso nella strada e nei contesti scolastici: si tratta di violenze e vessazioni messe in atto da un intero gruppo ai danni di un membro appartenente ad una comunità (spesso quella scolastica, ma anche quella del vicinato a addirittura dello stesso gruppo dei persecutori).
Ieri l'Ansa ha trasmesso la notizia di quest'altra dodicenne, Rebecca Ann Sedwick degli Stati Uniti in Florida, che ha finito per suicidarsi, perché fatta oggetto di dileggio da parte delle compagne di scuola.
La ragazzina veniva tormentata perché "brutta" e sembra abbia subito per diversi mesi un vero e proprio stalking (messaggi sul cellulare ed in internet) che la istigavano al suicidio (perché non ti ammazzi?) ...
Rebecca ha finito per lanciarsi giù dal tetto di una vecchia fabbrica distante poco più di un chilometro dalla sua abitazione.
Ovviamente la cosa è ora oggetto di indagini, ma nessuno potrà rendere la vita a Rebecca e le sue aguzzine saranno a loro volta minorenni, vale a dire persone rispetto alle quali la società deve interrogarsi molto prima di avere il diritto di pretendere semplicisticamente vendetta.
C'è da dire che le vittime di bullismo, anche quando non assurgono all'onore delle cronache, perché non arrivano a suicidarsi, in genere sono destinate a portare il segno degli abusi subiti spesso reiteratamente ed a lungo, in una fase tanto delicata della loro crescita: quella in cui ciascuno costruisce la propria identità e confronta le scale di valori familiari con quelle sociali ovvero dei propri gruppi di riferimento, operando poi delle scelte che definiranno le normative etiche interiorizzate per quel determinato individuo.
Le conseguenze sull'individuo sono quindi quelle che ne condizioneranno la strutturazione personale: l'autostima, la sicurezza, la capacità di iniziativa sociale, la fiducia nel mondo, nella vita e negli adulti.
Che fiducia infatti questi ragazzi potranno sviluppare verso un mondo di adulti che non riesce o non vuole proteggerli da questi abusi, insegnando a loro stessi ed a tutti la tutela della propria area di diritto?
Quali valori potranno interiorizzare?
Quali conseguenze sulle società del futuro?

Fonte:http://chaos-lasfinge.blogspot.it/2013/09/bullismo-e-dintorni-una-piaga-della.html

http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2013/09/bullismo-e-dintorni-una-piaga-della.html

giovedì 12 settembre 2013

Una nuova interpretazione del bullismo


Al giorno d'oggi il bullismo è considerato come un fenomeno in generale relativamente raro che riguarda ragazzi disagiati, con problemi vari ecc.  Il bullo secondo questa interpretazione è un disadattato che non riesce ad inserirsi nella società, solitamente con problemi in famiglia, che per sfogare le proprie frustrazioni se la prende con chi è "simile" a lui, ovvero con ragazzi emarginati e disadattati. Sempre secondo tale interpretazione, sia i bulli che le vittime avranno egualmente danni nel futuro, e quindi la soluzione al problema sarebbe quella di forzare l'integrazione all'interno della società di entrambi. 

Questa è più o meno l'interpretazione ufficiale del fenomeno. A mio modesto parere,essa rispecchia solo una parte della realtà e il fenomeno del bullismo è molto più variegato e complicato rispetto ai soliti stereotipi. Vero è che esistono bulletti alla Nelson Muntz che hanno problemi famigliari e sociali da cui in parte deriva il loro comportamento,ma è altrettanto vero che esistono bulli che non hanno nessun problema e che spesso sono viziati e che si divertono a insultare gli altri perchè "tanto lo fanno tutti","fa figo" ed è moda. Quando raramente si parla di bullismo nei mass media,lo si fa giusto per suicidi di vittime,violenze e altri fatti particolarmente gravi,e nei dibattiti le uniche "soluzioni" che vengono proposte x arginare il fenomeno sono quelle di aumentare il controllo,la disciplina,fare diventare la scuola una caserma e così via. 

Speculazioni su speculazioni,e quasi mai una seria analisi sul fenomeno. Parlando per esperienza(visto che purtroppo ho subito un pò tutti i tipi di bullismo)posso dire che questo fenomeno non può essere analizzato,indagato e risolto a prescindere dalle dinamiche sociali e scolastiche. Per dirla in maniera molto scontata e banale,il bullismo,che contrariamente a quanto si pensi non è un fenomeno recente ,è figlio di una precisa mentalità,tutt'ora dominante:quella secondo cui il più forte/figo deve dominare e gli "sfigati" o "devianti" da tale condizione devono sottostare o venire emarginati. Chiaramente anche la scuola fà la sua parte. L'attuale sistema educativo è basato sulle teorie,di Skinner precisamente, obsolete e discriminanti che si rifanno a un'idea dell'umanità ottocentesca,fortemente positivista e fanaticamente scientista che troppi danni ha causato:secondo questa idea per dirla rozzamente,l'uomo è un'automa il cui unico compito consiste nel sfruttare e conquistare gli altri e compito dell'umanità deve essere quello di preservare le caratteristiche ritenute migliori(eugenetismo)eliminando quelle inutili e emarginando,isolando,eliminando gli individui "inferiori",e così realizzare la società  dei presunti "migliori",dei più "fighi" ecc ).

Il metodo scolastico di Skinner si basa quindi su una visione discriminante della società scolastica:chi si adegua passa,gli "inferiori" vengono respinti(bocciati),la competitività tra i giovani deve essere estrema per quanto possibile per raggiungere dei contentini(i voti)un pò come i noti esperimenti dello scienziato sovietico Pavlov. Chi non si adegua alla società e ai suoi dogmi è considerato "sfigato" e quindi da escludere per preservare lo status quo.  Il bullismo tra l'altro è maggiormente presente in quei contesti scolastici dove più forte è la severità e più teso è l'ambiente,e molto meno presente,se non del tutto assente,in quei contesti dove i metodi scolastici ed educativi sono più umani. A proposito,non ho mai sentito di episodi di bullismo nelle scuole montessoriane e democratiche,quelle cosiddette "alternative" .  


Fonte:http://www.fobiasociale.com/una-nuova-interpretazione-del-bullismo-35286/

venerdì 6 settembre 2013

Nonnismo e bullismo: effetti psicologici su vittime e carnefici


Di Paolo Pascucci 

Un recente  episodio di nonnismo piuttosto grave, secondo quanto riferito da Repubblica, mi fornisce lo spunto per ragionare sul fenomeno della violenza o prepotenza verso altri membri del proprio gruppo o meglio, sull'effetto psicologico che questi comportamenti hanno sia su chi li riceve sia su chi li pratica.
L'infografica qui sopra è realizzata da uno studio legale americano ed è basata su dati, tra l'altro, del Ministero della Giustizia statunitense. Alcuni dati sono preoccupanti, per l'enorme diffusione del fenomeno del bullismo:

  • 280 mila studenti subiscono attacchi fisici ogni mese;
  • 160 mila non vanno a scuola per paura di atti di bullismo;
  • il 77% degli studenti subisce una qualche forma di bullismo.
Anche gli aspetti psicologici sono rilevanti:
  • Gli effetti sulle vittime di bullismo vanno dall'ansia alla paura, a una bassa autostima, alla difficoltà di concentrazione. In più, chi subisce prepotenze e violenze, spesso eviterà di andare a scuola e finirà per isolarsi. In casi estremi si può arrivare al suicidio.
  • Sul versante bulli invece, l'indulgere in questa pratica rende più probabile impegnarsi in altre attività delinquenziali o pratiche antisociali. Il 60% di chi commette atti di bullismo ha almeno una condanna penale.
Una definizione comunemente accettata di bullismo si deve a Olweus (1993)
 bullying is a chronic form of victimization involving unprovoked attempts to harm the other person.
Il bullismo è una forma cronica di persecuzione basata su tentativi di danneggiare gli altri, senza aver ricevuto nessuna provocazione.


Non inganni la diversità terminologica. In definitiva, l'aspetto essenziale che sta dietro il bullismo è lo stesso che sta dietro il nonnismo o il mobbing o tutte le altre forme di persecuzione. E questo aspetto va forse addirittura al di là di quello che ci si potrebbe aspettare dai comportamenti di dominanza e sottomissione presenti in quasi tutti quegli animali che vivono in gruppo. Da questa iniziale definizione sono state tratte 5 caratteristiche del bullismo [1]
 (1) bullying consists of behavior that is directed towards a victim with the intention to harm or instill fear in the victim;  
(2) the behavior occurs without provocation from the victim
(3) the aggression occurs repeatedly over a period of time 
(4) the behavior occurs within the context of a social group; and 
(5) an imbalance of power exists between the aggressor and victim. Bullying can take the form of physical attacks (hitting, kicking, or shoving); direct verbal attacks (calling a student names, saying hurtful or unpleasant things); or relational aggression (purposely excluding a student, starting rumors).
1) il bullismo consiste in un comportamento diretto verso una vittima con l'intento di danneggiarla o instillarle la paura;
2) il comportamento si manifesta senza alcuna provocazione da parte della vittima;
3) le aggressioni si ripetono per un certo periodo di tempo;
4) il comportamento si manifesta all'interno di un gruppo sociale;
5) tra aggressore e vittima c'è uno squilibrio di forze. Il bullismo può assumere la forma di attacchi fisici (percosse, calci, spintoni); attacchi verbali (chiamare qualcuno in maniera offensiva o spiacevole); o attacchi sociali (escludere volutamente qualcuno, diffondere voci).
Con una leggera forzatura si potrebbero paragonare i comportamenti di bulli nonni a quelli di soggetti che cercano di eliminare la concorrenza più od oltre che al tentativo di stabilire delle gerarchie. Pur se lo squilibrio di forze tra aggressore e vittima si basa spesso sul fatto che gli aggressori sono più di uno o almeno, anche se è uno solo, è spalleggiato da altri, e la vittima è una, l'intento non è tanto quello di assoggettarlo quanto quello di annientarlo come possibile rivale. Questo potrebbe far pensare a una deformazione patologica di un comportamento ancora normalmente presente ma solitamente ben controllato dall'educazione.


[1] Chambless, Courtney Brooke, "Long-Term Effects of Bullying: Exploring the Relationships among Recalled Experiences with Bullying, Current Coping Resources, and Reported Symptoms of Distress" (2010). Counseling and Psychological Services Dissertations, Paper 53


Olweus, D. (1993). Bullying at school: What we know and what we can do. Malden, MA:
Blackwell Publishing.


Video di denuncia del bullismo


Un'interessante  video  di  denuncia   del bullismo e della discriminazione scolastica  nel suo complesso   fatto  da   un'utente  di Youtube  ,  Mr Nichilista  .  Nel  video  inoltre  si offre  una lucida   analisi  del fenomeno  e  delle cause di  questo  tremendo  fenomeno  , che come ricorda  giustamente  l'autore del video  "  non è che  esiste solo quando si verifica un suicidio! Il bullismo domina nella maggioranza delle classi e nessuno si accorge di niente!  "   .  Buona  visione  !

L'indifferenza all'ingiustizia è la migliore alleata del bullismo e del mobbing


La discriminazione  scolastica  e lavorativa  continua  ad essere  un fenomeno  molto  diffuso  nella  nostra  società  .  Invece  di  sensibilizzare sul problema  e affrontarlo  ,  si  preferisce  l'omertà   oppure  l'indifferenza  all'ingiustizia  .   Sono  i  classici  "ragionamenti" che  tutti  abbiamo  sentito  ( " sono solo ragazzate "   ecc )  e  le  solite minimizzazioni  che  giustificano ( indirettamente o meno )    la  violenza   e legittimano  le ingiustizie  quotidiane  , sia a scuola , nel  lavoro  e nella vita quotidiana  .

Fin troppo  facile  è  scandalizzarsi  ( o fare finta )  quando  avvengono  i fatti più  gravi  (  pensiamo ai suicidi)   ma  fin troppo  comodo  non  fare  nulla  facendo  finta  di  non  vedere   e lavandosene le mani . 

giovedì 5 settembre 2013

Nient'altro che Noi - film di denuncia sul bullismo



Trama :

Roma 2008 . La storia del film è raccontata in flashback da Sara, amica di classe di Marco, in un blog sul web.
Marco arriva in una nuova scuola, frequentata anche da Miki, un ragazzo arrogante e violento che si atteggia da bullo... Marco, invece, è uno studente modello, sensibile e riflessivo, e si inserisce facilmente nel nuovo contesto scolastico, stringendo una forte amicizia con Sara, Elisa e Federico. Miki, per questi motivi, lo individua come sua prossima vittima e inizia a perseguitarlo in ogni occasione...
L'anno scolastico va avanti tra storie d'amore, amicizia, problemi di scuola e rapporti difficili con i genitori. Infatti Miki vive, con un fratello più piccolo, e con il padre avvocato, perso nel tunnel della droga e la madre organizzatrice di eventi. Marco, che vive con una madre sempre impegnata con il suo lavoro ed una sorella assente, riesce a trovare un valido riferimento nel suo anziano maestro di violino che cerca di incoraggiarlo e dargli i consigli più opportuni, anche perché il ragazzo oltre ai problemi con Miki, sta attraversando anche un momento di ricerca interiore di un proprio equilibrio di vita. Gli episodi di bullismo si fanno sempre più frequenti e violenti con Miki che più volte aggredisce fisicamente Marco e tenta anche di violentare Elisa; mentre la scuola sembra non trovare un modo efficace per contrastarlo...
Un giorno però Marco e Miki si ritrovano soli, in una situazione di estremo pericolo di vita...

Fonte:http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=47406&film=Nient-Altro-che-Noi

 Link per vedere  il film in streaming   :  http://www.cineblog01.net/nientaltro-che-noi-2008/

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