giovedì 12 settembre 2013
Una nuova interpretazione del bullismo
Al giorno d'oggi il bullismo è considerato come un fenomeno in generale relativamente raro che riguarda ragazzi disagiati, con problemi vari ecc. Il bullo secondo questa interpretazione è un disadattato che non riesce ad inserirsi nella società, solitamente con problemi in famiglia, che per sfogare le proprie frustrazioni se la prende con chi è "simile" a lui, ovvero con ragazzi emarginati e disadattati. Sempre secondo tale interpretazione, sia i bulli che le vittime avranno egualmente danni nel futuro, e quindi la soluzione al problema sarebbe quella di forzare l'integrazione all'interno della società di entrambi.
Questa è più o meno l'interpretazione ufficiale del fenomeno. A mio modesto parere,essa rispecchia solo una parte della realtà e il fenomeno del bullismo è molto più variegato e complicato rispetto ai soliti stereotipi. Vero è che esistono bulletti alla Nelson Muntz che hanno problemi famigliari e sociali da cui in parte deriva il loro comportamento,ma è altrettanto vero che esistono bulli che non hanno nessun problema e che spesso sono viziati e che si divertono a insultare gli altri perchè "tanto lo fanno tutti","fa figo" ed è moda. Quando raramente si parla di bullismo nei mass media,lo si fa giusto per suicidi di vittime,violenze e altri fatti particolarmente gravi,e nei dibattiti le uniche "soluzioni" che vengono proposte x arginare il fenomeno sono quelle di aumentare il controllo,la disciplina,fare diventare la scuola una caserma e così via.
Speculazioni su speculazioni,e quasi mai una seria analisi sul fenomeno. Parlando per esperienza(visto che purtroppo ho subito un pò tutti i tipi di bullismo)posso dire che questo fenomeno non può essere analizzato,indagato e risolto a prescindere dalle dinamiche sociali e scolastiche. Per dirla in maniera molto scontata e banale,il bullismo,che contrariamente a quanto si pensi non è un fenomeno recente ,è figlio di una precisa mentalità,tutt'ora dominante:quella secondo cui il più forte/figo deve dominare e gli "sfigati" o "devianti" da tale condizione devono sottostare o venire emarginati. Chiaramente anche la scuola fà la sua parte. L'attuale sistema educativo è basato sulle teorie,di Skinner precisamente, obsolete e discriminanti che si rifanno a un'idea dell'umanità ottocentesca,fortemente positivista e fanaticamente scientista che troppi danni ha causato:secondo questa idea per dirla rozzamente,l'uomo è un'automa il cui unico compito consiste nel sfruttare e conquistare gli altri e compito dell'umanità deve essere quello di preservare le caratteristiche ritenute migliori(eugenetismo)eliminando quelle inutili e emarginando,isolando,eliminando gli individui "inferiori",e così realizzare la società dei presunti "migliori",dei più "fighi" ecc ).
Il metodo scolastico di Skinner si basa quindi su una visione discriminante della società scolastica:chi si adegua passa,gli "inferiori" vengono respinti(bocciati),la competitività tra i giovani deve essere estrema per quanto possibile per raggiungere dei contentini(i voti)un pò come i noti esperimenti dello scienziato sovietico Pavlov. Chi non si adegua alla società e ai suoi dogmi è considerato "sfigato" e quindi da escludere per preservare lo status quo. Il bullismo tra l'altro è maggiormente presente in quei contesti scolastici dove più forte è la severità e più teso è l'ambiente,e molto meno presente,se non del tutto assente,in quei contesti dove i metodi scolastici ed educativi sono più umani. A proposito,non ho mai sentito di episodi di bullismo nelle scuole montessoriane e democratiche,quelle cosiddette "alternative" .
Fonte:http://www.fobiasociale.com/una-nuova-interpretazione-del-bullismo-35286/
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